Il logo NBA, ossia il simbolo della National Basketball Association, la principale lega professionistica del basket americano, è famoso in tutto il mondo ma sono in pochi a conoscere il suo significato e la storia che si cela dietro quel semplice stemma. Scopriamola insieme.
Logo NBA: com’è nato
Quello della lega americana NBA è un logo che ha fatto molto parlare di sé. L’immagine ha lo sfondo per metà blu e per metà rosso, che sono i colori ufficiali della pallacanestro statunitense: su questo sfondo si staglia la figura in bianco di un giocatore con la palla in mano, mentre sotto c’è la scritta NBA.
Il simbolo della NBA su progettato nel 1969 da Alan Siegel, un grande esperto di loghi nonché appassionato di basket. Fu lui a fondare la Siegel&Gale, una delle più importanti agenzie di marketing americane. In quel periodo era molto forte la competizione tra la NBA e l’altra lega di pallacanestro, la American Basketball Association, meglio nota come ABA. Per questo motivo, la dirigenza della NBA decise di intraprendere una grande campagna di marketing per attirare l’attenzione sia dei tifosi che dei giocatori, oltre che degli sponsor.
Per fare ciò era necessario creare uno stemma NBA degno di questo nome: l’allora commissario della lega, Walter Kennedy, chiese ad Alan Siegel di ispirarsi nel suo lavoro alle iniziative intraprese l’anno precedente dalla Major League Baseball, cominciando proprio dal logo. L’associazione di baseball, infatti, aveva da poco adottato un simbolo molto semplice, facile da ricordare e molto significativo: una semplice figura di un giocatore pronto a battere.
Fu così che su una rivista sportiva Siegel trovò l’ispirazione adatta: la foto di uno dei campioni NBA dell’epoca, Jerry West, immortalato durante un’azione di gioco, nello specifico mentre palleggiava verso il canestro. Per l’esperto di marketing era proprio quella l’immagine perfetta per lo stemma NBA, perché era semplice ma dinamica, in quanto la verticalità e la posizione del giocatore raffigurato conferivano al logo un senso di movimento.
La polemica sul logo NBA
Al commissario della lega Walter Kennedy l’idea di Siegel piacque sin da subito e così il logo NBA fu realizzato e fu ben presto un successo. Inizialmente nessuno si preoccupò di sapere chi fosse il giocatore raffigurato nello stemma, anche perché avrebbe potuto tranquillamente trattarsi di un cestista qualsiasi, o di un semplice disegno. Negli anni successivi, però, la questione della figura della NBA causò qualche problema: secondo Siegel, la dirigenza della lega non voleva rendere noto il nome del giocatore raffigurato nel simbolo per una questione economica nei confronti di Jerry West, ma anche per una questione “ideologica”. La loro intenzione, infatti, era quella di ottenere per la NBA un logo che potesse essere universale e, per raggiungere questo obiettivo, il simbolo non doveva essere associato ad alcun giocatore in particolare.
Jerry West, dal canto suo, ha sempre preferito tenersi al di fuori dalla polemica relativa allo stemma NBA perché la questione lo imbarazzava: non deve essere piacevole, in effetti, se la massima lega di pallacanestro si rifiuta di riconoscere di aver utilizzato la propria immagine per il simbolo ufficiale. Nella biografia intitolata “Jerry West: The Life and Legend of a Basketball Icon”, uscita nel 2010, l’autore Rolan Lazenby racconta che West una volta disse scherzosamente “Il logo sono io”. In tempi recenti qualcuno ha iniziato a sostenere che il logo andrebbe rivisitato e aggiornato, inserendo al posto della figura attuale quella di Michael Jordan, eventualità accolta positivamente da West che in questo modo si sarebbe finalmente tirato fuori dalla diatriba. Siegel, però, si è sempre opposto a questa idea perché convinto che il simbolo della NBA debba essere un’immagine classica e non quella di un giocatore moderno. Del resto, il logo NBA è ormai conosciuto in tutto il mondo e modificarlo proprio adesso potrebbe essere un azzardo e una mossa controproducente dal punto di vista commerciale.
Jerry West: storia di un mito del basket NBA
Che lo si riconosca o meno, che lui voglia o meno, sul logo NBA la sagoma disegnata è proprio quella di Jerry West. Al di là della posizione che il giocatore aveva nella foto e che si è rivelata perfetta per rappresentare la lega sportiva, obiettivamente sul logo del basket NBA in quel momento storico non poteva esserci che lui, in quanto è stato uno dei più grandi campioni dell’epoca.
Non a caso nel 1980 il suo nome è stato inserito nella Basketball Hall of Fame e la sua maglia, la numero 44, è stata ritirata dai Los Angeles Lakers, squadra NBA della quale è stato una vera e propria bandiera, considerando che è proprio lì che ha giocato per tutta la sua carriera da professionista, dal 1960 al 1974, nel ruolo di playmaker. Nonostante a lui si debbano i grandi risultati dei Lakers che rimasero sempre a vertici del campionato in quegli anni, in realtà Jerry West vinse con il team solo un campionato, nel 1972. In qualità di dirigente del team californiano, invece, ne ha vinti ben 7, nel periodo compreso tra il 1982 e il 2002. A livello internazionale, infine Jerry West vinse l’oro alle Olimpiadi di Roma nel 1960 e i Giochi Panamericani di Chicago nel 1959. Che sia stato un caso o meno, insomma, sul logo NBA ancora oggi sembra giusto che campeggi la figura di un giocatore che, di fatto, ne ha scritto la storia.
Le Coq Sportif è un produttore francese di attrezzature sportive, calzature e abbigliamento. È fornitore ufficiale di divise per molte squadre, anche straniere. È sul mercato dal 1882, da quando Emile Camuset ha aperto un laboratorio di maglieria.
Il logo dell’azienda è stato avviato da Roland Camuset, che era il nipote di Emile. Ha scelto un gallo gallico stilizzato come immagine centrale. Questo non è solo un riferimento al nome dell’azienda, ma anche un simbolo non ufficiale della Francia.
Innanzitutto, l’etichetta dell’uccello ornava i colletti. Quindi è stato spostato sul petto in modo che gli atleti indossino con orgoglio le insegne Le Coq Sportif. Il design è cambiato più volte sotto l’influenza di diverse circostanze, ma ciò non ha influenzato il concetto generale.
1948 – 1950
Il primo emblema sembrava un’etichetta classica ed era ricamato su tutti i tipi di abbigliamento. All’interno del rettangolo bianco c’erano diverse iscrizioni orizzontali: “Bonneterie Sportive Romillonne” (in alto), “Le Coq Sportif” (al centro) e “Romilly sur Seine” (in basso). L’ultima frase era il nome della fabbrica. A sinistra c’era la testa di un gallo che cantava, disegnata dallo stesso Roland Camuset.
1950 – 1960
Nel 1950, il produttore ha registrato Le Coq Sportif come marchio. Allo stesso tempo, ha modernizzato il simbolo grafico aziendale, dandogli la forma di un triangolo. La figura geometrica rappresenta il triumvirato di famiglia a capo dell’azienda: figlia, figlio e nipote Emile Camuset. All’interno, un gallo è raffigurato in piena crescita sullo sfondo del sole nascente. Strisce bianche e blu formano travi. All’esterno, lungo i lati inclinati del triangolo, è scritto il nome del marchio, diviso in due parti.
1960 – 1965
Per celebrare la partnership con la nazionale francese durante i Giochi della XVII Olimpiade di Roma, l’azienda ha rilasciato un nuovo emblema. Dietro il gallo c’è la bandiera olimpica: cinque anelli multicolori collegati tra loro. Questo è il primo logo colorato del marchio. La tavolozza include nero, rosso, blu, giallo, ciano e bianco.
1965 – 1966
La nuova grafica è simile alla versione del 1950. Un fiero gallo si trova all’interno di un triangolo. Sullo sfondo c’è uno scudo rettangolare con una base appuntita e tre linee verticali in bianco e blu.
1966 – 1968
Nel 1966, i designer rimossero molti dettagli, lasciando solo il triangolo, il nome del marchio e la sagoma di un uccello senza gambe e testa. Hanno anche girato il gallo a sinistra e cambiato la posizione dell’iscrizione. “Le Coq Sportif” è ora all’interno del rettangolo blu nella parte inferiore del logo.
1968 – 1973
Gli abiti della squadra francese, che ha partecipato ai Giochi di Monaco della XX Olimpiade del 1972, erano decorati con lo stemma senza il solito uccello. Una figura astratta è stata disegnata in un triangolo con un ampio contorno blu. Il “segno di spunta” in grassetto simboleggiava un gallo come concepito dagli autori.
1973 – 1975
I designer hanno creato una nuova etichetta soprattutto per la linea di tute da tennis. Raffigura la sagoma di un uccello senza la classica cornice triangolare e il marchio. Ma questa versione minimalista è durata solo due anni.
1975 – 2009
Nel logo del 1975, il gallo è al centro del triangolo. C’è un marchio registrato nell’angolo destro. Sotto la figura geometrica c’è la frase “Le Coq Sportif”. Tutte le lettere sono caratteri tipografici minuscoli.
2009 – 2010
Nel 2009, gli sviluppatori hanno ingrandito così tanto il gallo che ha smesso di adattarsi al triangolo. Inoltre, hanno rimosso il “®”, reso i contorni più spessi e modificato leggermente la forma delle scritte. La spaziatura delle lettere si è espansa, quindi i caratteri sono facili da leggere e non si uniscono come una volta.
2010 – 2012
Il logo non ha ricevuto modifiche significative. L’unico cambiamento è avvenuto con il colore di sfondo. Ora è diventato scuro e l’uccello stesso è stato ora realizzato con uno sfondo bianco.
2012 – 2016
Il logo moderno è disegnato da Ron Arad. Ha cercato di trasmettere stile e dinamismo, i principi fondamentali a cui aderisce il produttore di articoli sportivi.
Il gallo guarda a destra, come era nei loghi prima del 1968. Di seguito una figura semicircolare, composta da tre parti. I suoi frammenti sono dipinti in tre colori (blu, bianco e rosso), che ricorda la bandiera francese. Il tricolore è stato a lungo considerato un’allegoria della libertà. Riflette il patriottismo di Le Coq Sportif e indica il luogo di nascita dei prodotti di marca.
2016 – presente
Per ottenere rilevanza, gli sviluppatori del logo hanno preso la versione precedente e, senza cambiare nulla nello stile di disegno, l’hanno integrata con diversi elementi. Quindi, hanno aggiunto colore e logica all’immagine, perché ora il gallo canta sullo sfondo del sole nascente. È raffigurato sotto forma di un semicerchio e consiste nei colori della bandiera francese: blu, bianco, rosso. I designer hanno anche corretto il colore dell’uccello: hanno rimosso il nero e lo hanno sostituito con il blu scuro. E lasciavano la stessa snellezza e vestibilità del gallo gallico, in modo che il simbolo corrispondesse idealmente al nome del marchio.
Il Gore-Tex è composto da politetrafluoroetilene (PTFE) espanso termomeccanicamente. Il tessuto vero e proprio è poi costituito da dieci membrane di Gore-Tex ciascuna delle quali presenta circa 9 miliardi di microscopici fori per pollice quadrato. Proprio questi fori permettono la traspirazione mantenendo l’impermeabilità del materiale.
Il Gore-Tex, come gli altri materiali composti da politetrafluoroetilene (Teflon), viene usato per una grande varietà di applicazioni: tessuti tecnici e ad alte prestazioni, ma anche guarnizioni e isolanti. In particolare ha presentato una grossa evoluzione per alcuni settori quali l’alpinismo e gli sport estremi in generale, in quanto ha permesso la produzione di abbigliamento tecnico (giacche a vento) resistente all’acqua, al vento, traspirante e assai leggero. Viene utilizzato anche in campo chirurgico per la produzione di vasi sanguigni artificiali e per la ricostruzione di strutture come il diaframma, il pericardio, ecc
Il marchio Saucony nasce nel 1898 in una piccola cittadina della Pennsylvania, dove quattro uomini d’affari fondarono l’azienda lungo le rive del fiume Saucony. Il nome Saucony, infatti, deriva da una parola dei nativi d’America e significa “fiume che scorre veloce”.
L’agility dog è uno sport cinofilo che consiste in un percorso ad ostacoli (da un minimo di 15 ad un massimo di 22), ispirato al percorso ippico, nel quale il cane deve affrontarli nell’ordine previsto, possibilmente senza ricevere penalità e nel minor tempo possibile[1].
In questa gara il conduttore deve seguire il cane comunicando con esso, dandogli dei comandi e accompagnandolo in tutto il percorso.
L’agility dog, secondo il regolamento[2] della FCI-Fédération Cynologique Internationale (Federazione cinologica internazionale), è una disciplina aperta a tutti i cani, nella quale si affrontano diversi ostacoli con lo scopo di evidenziare il piacere e l’agilità dell’animale nel collaborare con il conduttore. Si tratta di una disciplina sportiva che favorisce la sua buona integrazione nella società.
Questa disciplina implica una buona armonia tra il cane e il suo conduttore che porta a un’intesa perfetta tra i due: è dunque necessario che i partecipanti posseggano gli elementi di base d’educazione e obbedienza.
In Italia
In Italia l’agility è approdata nel 1988; i primi stage vennero organizzati nel 1989 a Torino dal GARU (Gruppo Amici Razze Utilità), tenuti dal giudice francese Jean Pierre Garcia e dall’inglese Peter Lewis.
Anche in Italia tale disciplina suscitò un interesse tale che il 1º gennaio del 1990 l’ENCI decise di pubblicare un primo abbozzo di regolamento, per poi adeguarsi – un anno dopo – a quello internazionale della FCI.
Le prime gare nazionali di questo sport in Italia si sono tenute nel 1990. Da esse sono stati selezionati i primi componenti della Nazionale italiana di agility dog.
Già nel 1991, grazie al successo dell’attività, hanno cominciato a diffondersi specie nel centro-nord i Club di Agility, mentre le gare si sono fatte sempre più frequenti e i concorrenti più numerosi.
L’Italia si è trovata subito in una condizione favorevole nell’addestramento dei cani all’agility, siccome i centri cinofili, oltre alla decennale esperienza nei campi dell’Obedience, possono apprendere le tecniche di addestramento dalla vicina Francia, già avanti nel processo di iniziazione.
I principali circuiti di agility dog in Italia, per numero di gare organizzate all’anno e numero di atleti e cani iscritti, sono quello promosso dall’ENCI, tramite il portale ENCI Sport, e quello dello CSEN, tramite il portale CSEN
Il trail running era già da qualche anno una disciplina in crescita, ma per questa stagione è pronto ad affermarsi come trend principale. Dal neofita all’esperto, con richieste diverse ma con la stessa voglia di vivere la propria passione in natura. Come per lo scialpinismo, diventato lo sport rivelazione dell’inverno appena passato, complice il distanziamento sociale e la chiusura degli impianti, la pandemia ha spinto molti runner di strada o neofiti a intraprendere i sentieri e a correre nella natura. A confermarlo sono i brand che abbiamo interpellato nella nostra inchiesta, che verrà pubblicata sul prossimo numero di Outdoor Magazine e di cui vi forniamo un estratto in questo articolo.
Rispetto ai canali distributivi è interessante scoprire che oltre all’online, diventato una forte tendenza nell’ultimo anno come dichiara Morgan Guizzo di Saucony (“Era prevedibile, perché fisiologico, che il nostro e-commerce crescesse in maniera significativa”), anche lo spazio riservato al trail cresce nei negozi fisici. “Sono cresciuti i negozi di outdoor specializzati che hanno ampliato lo spazio trail.
Sul profilo del consumatore sono tutti concordi: dal runner di strada che, complice il distanziamento e l’assenza di gare, si mette in gioco nel trail, il trail runner esperto, ma soprattutto i camminatori che prediligono scarpe da trail anche per l’escursionismo, nonché le donne in forte crescita. “Credo che ci siano parecchi neofiti della corsa, ma ancor di più i camminatori di montagna orientati a un prodotto leggero, comodo e versatile come la scarpa da trail running. Nello specifico la percezione è che ci sia stata una crescita delle donne e dei
giovani fra 20 e 30 anni.
SOLETTE NOENE®: UNA VOLTA PROVATE, DURA FARNE A MENO.
. INTRODUZIONE
Ci sono storie e innovazioni che cambiano il mondo, e le solette Noene® sono una di queste.
Ti suggeriamo di leggere questo articolo, perché scoprirai qualcosa che probabilmente non conosci e che avresti voluto conoscere prima.
Realizzato negli anni ’80 per contenere le vibrazioni in ambito industriale (tra gli altri, è infatti presente nella stazione metropolitana Duomo di Milano), nei primi anni del 2000 il materiale Noene® ha conosciuto una conversione all’uso civile.
Tra le prime applicazioni che sfruttano questa rivoluzionaria tecnologia, le ormai famose solette Noene®. A volte si diventa famosi perché si hanno grandi budget pubblicitari, ma non è questo il caso. Le solette Noene® sono partite in sordina, all’inizio utilizzate, non senza qualche dubbio, dagli addetti ai lavori, in particolare gli sportivi, ma anche diversi medici ed esperti.
Il risultato? Un incredibile passaparola che ha fatto crescere in poco tempo la reputazione del marchio; un tasso di fedeltà al prodotto con pochi eguali; ma soprattutto un tasso di soddisfazione superiore al 95%! Molte di queste testimonianze sono pubblicate sul nostro blog.
Il motivo?Le solette Noene® fanno ciò che dicono, ovvero grazie alle loro straordinarie proprietà di assorbimento e dispersione degli shock generati nell’impatto piede-scarpa-suolo, ben fino al 98%, proteggono il nostro corpo e tutte le articolazioni dall’insorgere di traumi e infiammazioni di vario tipo.
Capaci di assorbire e disperdere fino al 98% delle vibrazioni negative causate dall’impatto piede-scarpa-suolo, in appena 1 m di spessore! In questo modo, le solette Noene® bloccano sul nascere i microtraumi all’origine di numerose patologie articolari.
Swiss Made, nonché uniche della propria categoria, al mondo, ad avere il riconoscimento di Dispositivo Medico di Classe 1.
Sul mercato esistono numerosi tipi di solette per le calzature, ma nessuno di essi può essere paragonato alle solette Noene®. Il motivo è molto semplice: le solette Noene® assorbono e disperdono le onde di shock generate nell’impatto piede suolo, cosa che le solette tradizionali non fanno. Questa funzione garantisce una protezione costante alla nostre articolazioni, evitando l’insorgere di microtraumi che alla lunga causano infiammazioni e fratture da stress.
GUARDA L’INCREDIBILE TEST DI EFFICACIA CONDOTTO SUL MATERIALE NOENE®
Se soffri di mal di schiena, dolori articolari e stanchezza fisica, fascite plantare, tallonite, spina calcaneare, o altre patologie simili, allora le solette Noene® fanno proprio per te!
2. BENEFICI RISCONTRATI
Le solette Noene hanno risolto problemi fisici in maniera talmente efficace da essere diventate compagne inseparabili per migliaia di persone. Ad oggi, più del 98% di chi le ha testate le giudica insostituibili, un dato record in termini assoluti, considerata qualunque categoria di prodotti esistente (quindi non solo tra le solette). Tra i benefici principali:
– Riduzione significativa o eliminazione completa di problemi quali la tallonite, fascite plantare, tendinite e infiammazioni articolari e muscolari di vario genere;
– Riduzione significativa dell’affaticamento tipico del post-gara o allenamento;
– Miglioramento dei tempi di recupero post-traumi (es. operazioni al ginocchio, etc..);
– Conseguentemente, un miglioramento visibile delle performance, sia per chi pratica sport che nelle attività quotidiane.
Sulle solette antishock Noene® si sono espressi numerosi dottori, i quali utilizzano ormai da anni il materiale Noene® come parte integrante delle cure o prodotti sottoscritti ai propri pazienti.
…in qualunque momento della giornata (lavoro, sport e tempo libero) blocca la creazione di nuovi microtraumi da impatto, con un beneficio immediato e tangibile.
Si stima che camminando la forza impulsiva di ritorno sia uguale al peso del nostro corpo e, mentre pratichiamo sport, possa addirittura arrivare a 4-5 volte (es. saltando o correndo).Ciò significa sottoporre il nostro corpo a enormi carichi per tutto il tempo passato in piedi.
Nessun altro prodotto della stessa categoria è in grado di fare quello che fanno le solette Noene®, anche perché svolgono una funzione completamente diversa da quanto in commercio, risolvendo un problema finora poco noto, ma ampiamente trattato dal mondo della Medicina.
3. TECNOLOGIA & PROPRIETÀ
NOENE® è un elastomero che, per la sua speciale struttura esterna e disposizione, presenta caratteristiche particolari e molto differenti dagli elastomeri più conosciuti (ovvero quelli di cui sono fatte le solette tradizionali attualmente in commercio). La proprietà principale del materiale Noene® è la sua viscoelasticità che gli conferisce una straordinaria capacità di assorbimento e dispersione.
Nato per l’industria pesante, dove lo scopo era contenere gli effetti delle vibrazioni prodotte dai macchinari pesanti (si utilizza, per esempio, anche in alcune vetture da corsa e treni ad alta velocità), il materiale Noene® ha trovato poi applicazione nella vita di tutti i giorni, poiché ci si è resi conto della vasta portata di benefici che avrebbe prodotto sul corpo umano.
Le solette e i plantarishock absorbingNoene®, infatti, sono in grado di assorbire fino al 98% delle vibrazioni prodotte dall’impatto dei piedi con il suolo.
Con le solette tradizionali, questa energia negativa si propaga sotto forma di vibrazione o scossa che risale ad ogni punto nevralgico dell’apparato locomotore umano producendo così dei microtraumi duraturi, che talvolta generano e spesso favoriscono l’insorgere di problemi quali: la tallonite, tendinite, fascite plantare, periostite, fratture da stress, dolori articolari dei piedi, delle ginocchia, delle anche, della schiena fino alla base del cranio. Grazie alle loro straordinarie proprietà brevettate a livello mondiale, le solette Noene® evitano questo tipo di conseguenze, fornendo un rimedio rapido ed efficace.
Con le solette antishock Noene® ai piedi, il corpo non riceve più alcun tipo di sollecitazione negativa poiché le vibrazioni vengono disperse ancora prima di raggiungere il piede. La cosa ancora più straordinaria delle solette Noene® è la loro consistenza: sono ultra-leggere e ultra-sottili, adattabili a qualunque tipo di scarpa e necessità, poiché in grado di mantenere completamente inalterate le condizioni di appoggio del piede.
Sia che usiate le solette standard già presenti nelle scarpe o dei plantari personalizzati, potete tranquillamente inserire all’interno delle vostre calzature il modello di solette antishock più adatto a voi. Questo perché già a 1 mm di spessore, infatti, svolgono perfettamente il loro ruolo ammortizzante proteggendo il vostro corpo.
Va sottolineato che nel mondo non esistono solette con queste caratteristiche. I modellitradizionali possono garantire comfort all’appoggio del piede, ma a causa del loro “effetto molla” accentuano la propagazione delle vibrazioni negative generando gli effetti nefasti descritti sopra. Noene® è una tecnologiacertificata ISO 9001 e 14001.
Inoltre, le solette Noene® sono state riconosciute come dispositivo medico di Classe 1.
4. MODELLI
Sono solette di varia natura, che possono sostituire la soletta standard delle scarpe oppure essere infilate al di sotto di questa (o del plantare personalizzato) se non si vuole o non si può sostituirla. Esistono nella versione da 1 mm e da 2 mm e, in entrambi i casi, sono ultra-leggere e occupano pochissimo spazio. Una volta ai piedi, ci si dimentica di averle su se non per i benefici che se ne ricavano.
Il modello di punta della gamma Noene® è rappresentato da un concentrato di ricerca e tecnologia unico al mondo, che al materiale e ai benefici caratteristici di Noene® abbina il materiale Nexus Energy Source®. Parliamo delle solette Noene® OPTIMUM FOOT PAD (OFP), presenti sia nella versione da 2 mm che da appena 1 mm, particolarmente indicate perché:
1. Migliorano l’ossigenazione del sangue e aiutano a ridurre il gonfiore dei piedi
2. Riducono l’affaticamento dei muscoli, favorendone il rilassamento
3. Assorbono l’acido lattico e favoriscono il defaticamento post-gara o allenamento
– Plantari ERGONOMIC-AC2 (sostituiscono le solette standard delle scarpe sportive):
Offrono un inserto in carbonio e kevlar per un migliore appoggio dell’arco plantare. Sono ottimi specialmente durante gli allenamenti poiché offrono un appoggio molto morbido, oppure in gare da ultramaratoneta. Sono molto utilizzati dai giocatori di pallacanestro, pallavolo e tennis, sia professionisti che amatoriali.
– Solette UNIVERSAL-NO2 da 2 mm (si inseriscono nella scarpa solitamente a contatto con il piede o, se si preferisce l’appoggio della soletta standard, al di sotto di questa):
Le solette NO2 sono più adatte per l’utilizzo in gara, su terreni accidentati o sull’asfalto, offrendo una maggiore morbidezza, specie se si ha un peso superiore ai 70 kg. Possono essere inserite anche sotto i plantari posturali.
– Sottoplantari INVISIBLE-SP01 da 1 mm (da inserirsi sotto le solette estraibili delle scarpe):
Consigliati per l’attività sportiva (gara o allenamento) o sotto i plantari correttivi per persone di peso inferiore ai 70 kg. In generale, perfetti per chi indossa scarpe strette con solette estraibili, dato il minimo ingombro e peso.
– Solette URBAN-LG2 (vanno inserite sopra le solette originali):
Per le scarpe da città (es. scarpe eleganti) o per le scarpette da calcio e ciclismo senza solette estraibili, data la loro forma affusolata.
– Solette OPTIMUM-OPF2 da 2 mm (vanno inserite sopra la soletta originale):
Indicate per le scarpe utilizzate nel tempo libero (es. sneakers o scarpe comode), quindi tutti i giorni. Aiutano l’assorbimento dell’acido lattico ed il rilassamento muscolare grazie alla migliore ossigenazione del circolo sanguigno. Nell’attività atletica, hanno un’azione defaticante post allenamento o gara. Se si utilizzano scarpe da città a forma affusolata (es. scarpe eleganti), allora scegliere il modello OPTIMUM-OFP01 da 1 mm.
– Tallonette SPECIFIC-TC4:
Molto utilizzate dagli atleti di Trail come supporto shock absorbing, in particolare per le parti in discesa dei percorsi. Si possono abbinare al modello UNIVERSAL-NO2 per esserle facilmente trasportabili da un paio di scarpe all’altro.
NOTA: tutti modelli di solette hanno le proprietà shock absorbing della tecnologia Noene®, quindi assorbono fino al 98% le vibrazioni negative offrendo gli stessi benefici.
Le solette e i plantari sono tra i rimedi più efficaci per curare la fascite plantare. Come spiegato, infatti, si tratta di una patologia che sorge a seguito di ripetuti impatti a cui il piede è soggetto. Gli stress causati dagli stessi creano microtraumi e microlacerazioni che, alla lunga, sono all’origine della fascite plantare.
Le solette e i plantari Noene® hanno ampiamente dimostrato la loro efficacia nel dare sollievo a coloro che soffrivano di fascite plantare. La loro straordinaria capacità di assorbimento e dispersione delle vibrazioni negative, unica al mondo nella versione da 1 mm di spessore, è la risposta migliore a chiunque soffra di questa patologia.
Facili da utilizzare e disponibili in diversi modelli (plantari, solette e tallonette), i prodotti Noene® sono una garanzia a cui ormai miglia di persone non possono più rinunciare, sia nello sport che sul lavoro o nel tempo libero.
Le solette e i plantari Noene possono aiutarti a ridurre significativamente, se non eliminare del tutto, molti dei dolori e dei fastidi dovuti alla fascite plantare.
Per questo, gli esperti consigliano l’utilizzo delle solette high-tech Noene, le quali con oltre 100mila test condotti sul campo hanno dimostrato tutta la loro efficacia.
È provato, infatti, che siano altamente efficaci nella protezione delle articolazioni e delle spalle, aiutando a prevenire l’insorgere di quelli che la comunità medica definisce Disturbi Muscolo-Scheletrici (DMS) da sovraccarico, di cui soffre oltre il 30% della popolazione.
Le solette high-tech Noene® sono consigliate da medici, esperti e atleti professionisti sia in fase di prevenzione che di un’eventuale riabilitazione.
Ecco che camminare e pedalare rappresentano un buon “farmaco” per controllare il dolore: «Se la sciatalgia si presenta in forma non troppo severa, è bene mantenersi in movimento nei periodi in cui il dolore non è acuto camminando, naturalmente con delle scarpe adeguate, o andando in bici.
Sei motivi per usare i bastoncini da trekking:
1 – Con i bastoncini si migliora l’equilibrio: la camminata dei quadrupedi è molto più stabile di quella dei bipedi;
2- Quanto detto sopra è evidente soprattutto in discesa, su terreni sconnessi (dove un appoggio “sbagliato” del piede può essere corretto portando il peso sul bastone dello stesso lato, evitando storte o sbilanciamenti), oppure quando occorre fare “passaggi acrobatici”, ad esempio per superare qualche guado;
3- La possibilità di scaricare parte del peso sulle braccia diminuisce il carico sulle gambe e sulla spina dorsale, riducendo la fatica e migliorando il comfort della camminata;
4- Il movimento della braccia, coinvolte nella camminata con i bastoncini, “apre” la cassa toracica, migliorando la respirazione;
5- Se la volete vedere sotto l’aspetto del fitness, tenete conto che i bastoncini fanno lavorare anche la muscolatura della parte superiore del corpo: busto e braccia, altrimenti poco coinvolti nell’attività escursionistica;
6 – Il bastoncino può essere utile anche in situazioni di emergenza: come stecca per un arto fratturato, per rimpiazzare o rinforzare la paleria della tenda danneggiata, oppure per farsi largo fra la vegetazione un po’ troppo invadente.
Bastoncini da trekking – errori da evitare:
Come tutte le attrezzature anche i bastoncini hanno le loro controindicazioni e queste si presentano soprattutto quando il terreno su cui procediamo diviene particolarmente impegnativo. Insomma, quando c’è bisogno da utilizzare anche le mani per procedere, affrontando brevi tratti di arrampicata o sentiero attrezzato, i bastoncini possono diventare un ingombro, se non addirittura un pericolo.
In queste situazioni non ci sono vie di mezzo: cose del tipo “li tengo in mano che tanto il passaggio è facile…” oppure “agganciali allo zaino ma non stare a chiuderli che tanto fra un attimo li usi di nuovo…”. Su questo tipo di terreni i bastoni non devono essere utilizzati, ,ma vanno richiusi e fissati accuratamente allo zaino.
Rimaniamo aperti anche con la zona rossa essendo un negozio d’articoli sportivi considerati essenziali !!!!!!!!!!!!!
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