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Quali sono le migliori solette per scarpe da corsa?

Le migliori solette per scarpe da corsa sono le Noene Ergopro AC+, le Active Medium, Dr Scholl Running, Dr Scholl per fascite plantare, Sof Sole Airr Comfort, Superfeet Carbon e Spenco Polisorb.

Le migliori solette sono realizzate con materiali tecnologicamente avanzati, che vanno dai semplici composti in schiuma o gel per l’ammortizzazione, alla fibra di carbonio o al sughero per fornire una grande rigidità e supporto in modo, a sua volta, di allineare il piede in fase di appoggio e di preservare dunque la parte inferiore della gamba.

La maggior parte delle solette, inoltre, presenta un trattamento anti-odore.

Ecco quali sono, secondo me, le migliori solette running dell’ultimo anno.

Solette running Noene Ergopro AC+

Il Noene è un materiale prodotto in Svizzera che grazie alla sua grande viscoelasticità è in grado di garantire un buon ammortizzamento e di disperdere efficacemente la maggior parte delle vibrazioni negative.

La soletta Ergopro AC+ cambia totalmente la sensazione della scarpa, principalmente durante il primo utilizzo. Inizialmente il supporto si sente parecchio, tuttavia, dopo aver iniziato a correre, questa sensazione sparisce quasi completamente.

Una volta tolta la soletta, ti sembrerà quasi di essere a piedi nudi.

Questi plantari running si modellano seguendo la forma del tuo piede, e rappresentano la scelta migliore per chi desidera ridurre i dolori al ginocchio.

Le solette Noene Ergopro AC+ sono indicate principalmente per chi corre parecchio, per i pesi importanti e per chi soffre di dolori tendinei e articolari, mentre sono sconsigliate per chi desidera fare solamente ripetute brevi e veloci, in quanto non particolarmente adatte per la velocità.

In una scarpa, l’ammortizzazione è la capacità di assorbire la forza di un impatto. Nel caso della corsa, questa necessità si manifesta quando il piede viene a contatto con il suolo, in particolare, nei primi 50 millisecondi dei circa 250 millisecondi della fase di sostegno della falcata. Quindi, l’ammortizzazione di una scarpa contribuisce a rendere la fase di contatto la più graduale possibile al fine di ridurre al minimo l’inevitabile impatto col terreno.

Come funziona l’ammortizzazione

Dal momento in cui i piedi entrano in contatto con il suolo, lo shock creato dalla decelerazione del corpo produce una vibrazione che riverbera per tutto il corpo, dalla zona di impatto attraverso i muscoli e le ossa fino alla testa. Il corpo è progettato per diminuire naturalmente questo disagio al fine di agevolare funzioni fondamentali come la vista. Si adatta per contenere al minimo il livello di vibrazione in uscita (la testa) indipendentemente dalla forza generata in ingresso (la zona di impatto).

Ha il proprio sistema di ammortizzazione che riduce questa vibrazione utilizzando, per esempio, la contrazione dei muscoli o i cambiamenti della postura.

In una scarpa sportiva, il ruolo dell’ammortizzazione è alleviare la tensione sul corpo limitando la forza generata dal suo impatto con il suolo. Inoltre, l’ammortizzazione delle scarpe da running ridurrà il livello di adattamento necessario per ottenere il massimo comfort utilizzando la minor quantità di energia possibile.

Fattori che influenzano l’ammortizzazione di una scarpa

Il tipo di ammortizzazione richiesto da una scarpa dipende da diversi criteri legati all’intensità degli impatti, che variano a seconda del tipo di corsa che pratichi.

La superficie nel punto di impatto

Le forze che agiscono sul tuo corpo saranno diverse se salti su un materasso o sul cemento. La deformazione della superficie determina la forza dell’impatto. Quindi l’ammortizzazione specifica di cui hai bisogno differirà a seconda del tipo di superficie su cui corri: sabbia, neve, strade sterrate o asfaltate.

Falcata

Ogni runner ha la sua falcata! Se il 90% dei runner appoggia per primo il tallone sul terreno (appoggio del tallone), altri entrano in contatto con il suolo appoggiando prima l’avampiede (appoggio dell’avampiede). Il tuo stile di corsa determina la quantità di energia utilizzata durante la fase di impatto e l’effetto di questo impatto sul tuo corpo. Inoltre, occorre considerare anche le variazioni nella falcata. Una falcata ripetitiva, come nella corsa su strada, richiederà sempre lo stesso sostegno. Invece, se corri su un terreno molto tecnico e vario, il tuo corpo dovrà essere più reattivo ai cambiamenti del suolo e più flessibile per gestire diversi impatti.

Si è tenuto il 18 ottobre il webinar “Costi e ritardi delle materie prime: quali sono le prospettive della sportindustry?” organizzato dal gruppo  che rappresenta l’eccellenza della filiera italiana del tessile sportivo: Assosportex di Assosport.

A intervenire sono stati relatori coinvolti quotidianamente nelle dinamiche dei trasporti e dell’approvvigionamento, in grado di fornire una panoramica completa sull’argomento.

Ciro Rapacciuolo (CSC Confindustria) ha aperto con una visione ottimista sul mercato italiano: grazie alle vaccinazioni e alla riduzione delle misure di contenimento, la ripartenza è stata forte, gli scambi sono in forte aumento e il PIL è cresciuto. Con la crescita del mercato sportivo, è aumentata anche la domanda di materie prime che hanno subito forti rincari. Il relatore ha mostrato questa realtà analizzandone la correlazione con il prezzo del petrolio, con la speculazione finanziaria e con l’effettiva scarsità di materia per taluni mercati (come il rame). Ha poi posto all’attenzione di tutti una domanda: i prezzi sono aumentati perchè l’offerta non riusciva in alcun modo a soddisfare la domanda (+30% rispetto al periodo pre-Covid) o stiamo parlando anche di speculazione finanziaria? Non si può generalizzare ma sicuramente esistono due gruppi di materie prime, quelle che aumentano solo per speculazione come il petrolio e quelle che scarseggiano davvero e che preoccupano di più. Stiamo parlando per esempio dei metalli che vengono ampiamente impiegati nella sportindustry. Da qui sono state presentate le previsioni di temporaneità o permanenza dei rialzi che si prevede non cessare almeno per tutto il 2022.

Cecilia Gilodi (CSC Confindustria Moda) ha invece presentato la fotografia delle materie prime tessili. Secondo un’indagine di Confindustria sulle aziende italiane (aprile/maggio 2021), solo il 22% (20% per il totale TMA) del campione, la pandemia non ha influito sui costi delle materie prime utilizzate. Per una larga maggioranza, invece, ovvero per il 72% (76% per il TMA nel suo complesso) delle aziende, le materie prime stanno sperimentando degli aumenti, di portata lieve (34%) e forte (38%). Da ultimo, il restante 6% (4% per il complesso del TMA ) indica un calo. Per gli intervistati le materie prime che hanno subito un maggior rincaro sono, in ambito abbigliamento, cotone/Lino, fibre man-made e prodotti chimici. Sulla scia della precedente Indagine, con riferimento al secondo trimestre 2021, il 64% del campione segnala che i costi delle materie prime utilizzate sono «ulteriormente aumentati rispetto ai mesi precedenti». Il 29% indica che i prezzi «sono rimasti sui livelli molto elevati dei mesi precedenti». Solo per l’1% sono, invece, diminuiti. A crescere sono il cotone (fino a +120%), la lana e le fibre sintetiche (poliestere +49%, nylon +27%, acrilico +71%) e quelle artificiali (viscosa +17%) rispetto a settembre 2020. In settembre 2021 anche le fibre artificiali (viscosa) registrano una crescita tendenziale del +17,3% in euro. A confronto con il dato di gennaio 2021, invece, la variazione è pari al +3,0%.

Passando al tema trasporti, Silvia Moretto (DB Group SpA – Fedespedi, Confetra) ha analizzato quelle che sono le sfide del sistema Paese nello scenario mondiale, che vede il trasporto merci via mare realizzato per la quasi totalità da multinazionali straniere. Alla ripartenza dell’economia e delle produzioni, questa concentrazione dei carrier marittimi ha portato all’impennata del prezzo dei noli su tutte le rotte (fino a +600%) con una riduzione del 12.5% della capacità mondiale dovuta ai ritardi e alle congestioni. In questo contesto, l’affidabilità dei carrier è scesa al 33,6%, nuovo minimo storico, mentre l’EBIT Margin dei principali vettori marittimi continua a raggiungere livelli record. Tra le possibili soluzioni alla problematica trasporti, la relatrice propone di puntare sull’evoluzione logistica con digitalizzazione e nuove infrastrutture lungo tutte le tratte di percorrenza delle merci. Consiglia di pianificare in anticipo e stabilire un buon ritmo di approvvigionamento, bisogna saper programmare il fabbisogno anche supportati dallo spedizioniere che potrebbe proporre modalità logistiche migliori e magari alternative al mare.

Hanno chiuso il webinar Davide Bianchi (Eurolast) ed il presidente del Gruppo Assosportex Andrea Brambilla (Mab) che hanno confermato la grande preoccupazione delle imprese, specie per i costi e ritardi dei trasporti, che ci si attende possa rappresentare il problema cruciale per il 2022.

“I prezzi non possono aumentare all’infinito” ha dichiarato Brambilla. “I consumatori sostituiscono i propri prodotti per la pratica sportiva dopo 3-4 anni, molto prima della loro usura. Ma se l’aumento inciderà troppo sul prezzo finale rischia di diventare insostenibile anche in relazione a quelli che sono i salari medi del nostro paese. Il costo della vita è già aumentato del 15%, il reddito è invece stabile”.

La soluzione può essere quella di fare delle scorte? “È talmente scarsa la disponibilità che non riesco a pensare a questa soluzione. Preferisco suggerire la programmazione del piano di trasporti oggi tutt’altro che scontati, a differenza di qualche anno fa. Bisogna agire in anticipo soprattutto per le aziende che si approvvigionano da certi mercati” così conclude il presidente del Gruppo Assosportex.

 

Come quella che emerge da due interessanti sondaggi sui centri sportivi,
per la maggior parte palestre, realizzati da Assosport (Associazione Nazionale Produttori Articoli Sportivi) e Anif (Associazione Nazionale Impianti Sport & Fitness) su una platea di quasi 1.000 strutture. Le risposte parlano chiaro: il
75% degli interpellati rileva che solo la metà dei clienti (o anche meno) è tornata a
frequentare la struttura dopo le riaperture di maggio.
Un dato eclatante che non può essere spiegato, solo con il timore da parte di una
fascia di pubblico, nel tornare ad allenarsi in luoghi chiusi. Una delle motivazioni è
certamente da ricercarsi nella scoperta (o riscoperta) delle attività all’aria aperta,
siano esse urbane o meno. Del resto, anche l’estate che sta volgendo al termine,
al pari di quella 2020, ha visto confermarsi il trend di crescita nella frequentazione
delle località di montagna. Proprio di questo parliamo nella nuova puntata della
rubrica “Punto IOG”, che anticipa anche alcuni dati emersi dall’indagine “Riconnessi”, realizzata dall’Italian Outdoor Group su un panel significativo di rifugisti, guide alpine, guide escursionistiche, gestori di strutture e associazioni turistiche. Tra gli
obiettivi anche quello di tracciare un profilo dei potenziali clienti, capire i contorni e
le reali prospettive del fenomeno.
Parallela alla crescita dei camminatori, continua quella legata al trail running e alle
vendite di prodotti dedicati. Siano essi utilizzati per correre realmente sui sentieri o più
semplicemente per camminarci (con soluzioni intermedie come le calzature da fast
hiking). Anche la connessione tra il settore del running classico e quello della corsa
off road è sempre più forte e continua. Quasi tutti i marchi storici della corsa hanno
ormai integrato nelle proprie collezioni modelli specifici per il trail. Aumentando in
molti casi gli investimenti e ampliando la gamma. Al pari delle aziende che proprio
dalla montagna sono nate e progressivamente hanno declinato l’offerta nel segmento corsa.
Un perfetto spaccato di tale dialogo sempre più serrato e intenso, sia da parte
delle aziende che dei negozi specializzati, avrà la sua ideale cassa di risonanza
durante gli attesissimi Outdoor & Running Business Days 2021. La settima edizione
dell’evento di Riva del Garda (Tn), organizzata proprio dal nostro gruppo editoriale,
sarà andata probabilmente già in scena quando leggerete l’editoriale del numero
di Outdoor Magazine, in uscita in occasione dell’evento (12-13 settembre).

Il trail running era già da qualche anno una disciplina in crescita, ma per questa stagione è pronto ad affermarsi come trend principale. Dal neofita all’esperto, con richieste diverse ma con la stessa voglia di vivere la propria passione in natura. Come per lo scialpinismodiventato lo sport rivelazione dell’inverno appena passato, complice il distanziamento sociale e la chiusura degli impianti, la pandemia ha spinto molti runner di strada o neofiti a intraprendere i sentieri e a correre nella natura. A confermarlo sono i brand che abbiamo interpellato nella nostra inchiesta, che verrà pubblicata sul prossimo numero di Outdoor Magazine e di cui vi forniamo un estratto in questo articolo.

A intervenire in questa prima puntata sono stati i brand top player del mondo del running, trail e strada: Crazy, Saucony, La Sportiva, Mizuno, Brooks, Dynafit, SCARPA e Scott.

Rispetto a come è partito il 2021 tutte le aziende sono positive: “Il 2021 direi che, nonostante tutto, è partito bene sia dal punto di vista di consegne, sia per quanto riguarda il sell out che procede in positivo. La parte di campagna vendite per l’autunno inverno prossimo ha dato segnali importanti per la categoria running, trail e abbigliamento” queste le parole di Andrea Leo di Mizuno. Già in questi primi mesi dell’anno, si registra una crescita e per i brand specializzati nel road running inizia a mostrarsi un piccolo cambio di rotta verso il trail. “Per noi il segmento road resta inarrivabile in termini di volumi, assortimento e peso specifico nei fatturati. A questo però abbiamo aggiunto la grande opportunità del trail, che offre ampi margini di crescita. Non a caso da fine 2019 è in atto un percorso di R&D guidato direttamente dai nostri HQ a Seattle e sviluppato in collaborazioni con le diverse sedi continentali, dedicato a questo segmento”, dichiara Marco Alfieri di Brooks Running.

Rispetto ai canali distributivi è interessante scoprire che oltre all’online, diventato una forte tendenza nell’ultimo anno come dichiara Morgan Guizzo di Saucony (“Era prevedibile, perché fisiologico, che il nostro e-commerce crescesse in maniera significativa”), anche lo spazio riservato al trail cresce nei negozi fisici. “Sono cresciuti i negozi di outdoor specializzati che hanno ampliato lo spazio trail, ma l’interesse maggiore è giunto dai negozi running, finora concentrati sulla strada e sulla pista, che iniziano a vedere in questa disciplina un potenziale”, afferma infatti Luca Salini di Crazy. Ed è Alfieri a confermare che “la distribuzione dei prodotti trail è cresciuta in maniera uniforme nei differenti canali di vendita di nostra competenza. In particolare quello dei negozi running specializzati, che stanno traendo maggiore vantaggio dal movimento trail. La ricerca di un servizio made to measure, con assistenza e consulenza profonda, e il desiderio di trovarsi di fronte a un assortimento variegato portano il cliente finale a individuare nello specializzato il canale più importante per approcciarsi a questa linea di prodotti”.

Sul profilo del consumatore sono tutti concordi: dal runner di strada che, complice il distanziamento e l’assenza di gare, si mette in gioco nel trail, il trail runner esperto, ma soprattutto i camminatori che prediligono scarpe da trail anche per l’escursionismo, nonché le donne in forte crescita“Credo che ci siano parecchi neofiti della corsa, ma ancor di più i camminatori di montagna orientati a un prodotto leggero, comodo e versatile come la scarpa da trail running. Nello specifico la percezione è che ci sia stata una crescita delle donne e dei giovani fra i 20 e 30 anni”, queste le parole di Marco De Gasperi di SCARPA

Trail

Le gare di Trail Running con un percorso di lunghezza inferiore ai 42 km sono definite trail e sono caratterizzate in genere da dislivelli che si aggirano sui 3000 metri (positivi e negativi).

Ultra trail

Le gare di Trail Running il cui percorso superi i 42 km e/o i 4000 metri di dislivello positivo/negativo, sono genericamente definite Ultra o Ultra-Trail e, secondo ITRA, sono così suddivise:

  • tra i 42 ed i 69 km, trail ultra medium (M);
  • tra i 70 ed i 99 km, trail ultra long (L);
  • oltre i 100 km, trail ultra xlong (XL).[1]

I CONTRO. Correre comporta senz’altro un maggiore rischio di infortuni: più della metà di chi fa jogging incorre, prima o poi, in una lesione, in problemi al tendine d’Achille o in dolori legati allo stress fisico come fascite tibiale o plantare (l’infiammazione dei muscoli all’interno della gamba o della pianta del piede).

Le probabilità di farsi male durante lo sport sono maggiori del 25% in un giovane runner maschio rispetto a chi cammina. Solo l’1% dei camminatori si infortuna. Il motivo è da cercare nell’impatto con il suolo: la forza di reazione del terreno durante la corsa è pari a 2,5 volte il peso corporeo, nella camminata, è di 1,2 volte.

I PRO. Altrettanto evidenti sono i benefici della corsa costante: chi fa jogging abitualmente, a parità di condizioni ed esclusi altri fattori, vive più a lungo di chi non lo fa (in media 3,8 anni in più per gli uomini e 4,7 per le donne), perché si riducono i rischi di malattie cardiovascolari. Anche camminare, tuttavia, comporta grandi benefici per la salute, e data la quasi assenza di rischi, più lo si fa, meglio è. Come scegliere, di nuovo?

IL GIUSTO EQUILIBRIO. La chiave è, come spesso accade, nella moderazione. Sempre più ricerche dimostrano che l’allenamento a una corsa strenua e faticosa – come per il triathlon – può portare a problemi cardiaci. Tra il running e la mortalità c’è una curva di relazione a U: troppo poco non fa molto, e troppo fa male. L’ideale è una corsa a ritmo moderato per due-tre volte alla settimana. Correre tutti i giorni a ritmo sostenuto, per un totale di più di quattro ore a settimana, sembra non fare altrettanto bene !

Quali sono i vantaggi dei prodotti GORE-TEX?

Le tecnologie dei prodotti GORE-TEX danno diversi vantaggi all’abbigliamento e alle calzature:

Impermeabilizzazione durevole: i pori della membrana GORE-TEX sono 20.000 volte più piccoli di una goccia d’acqua, per questo è completamente impermeabile. Chi la indossa è quindi protetto dalle intemperie.
Traspirabilità: i pori GORE-TEX sono anche 700 volte più grandi di una molecola di vapore acqueo, quindi il sudore può fuoriuscire facilmente dall’indumento, soprattutto durante uno sforzo fisico intenso.
Resistenza al vento: grazie alla sua struttura, la membrana GORE-TEX protegge anche dal vento e limita quindi il raffreddamento (quando il vento freddo soffia attraverso l’indumento, privando il corpo del calore creato dalla pelle).

Le tecnologie GORE-TEX nelle calzature:

Utilizziamo due tecnologie GORE-TEX nelle calzature Salomon:

  • Calzature GORE-TEX (Extended Comfort Footwear): con una traspirabilità ottimizzata e la protezione GUARANTEED TO KEEP YOU DRY™, le scarpe che utilizzano questa tecnologia sono durevolmente impermeabili e traspiranti. Ci affidiamo a questa tecnologia per progettare le nostre calzature, che vengono spesso utilizzate in condizioni umide, come le escursioni in montagna o il trail running.
  • GORE-TEX Invisible Fit: questa tecnologia consente alla membrana GORE-TEX di essere integrata senza soluzione di continuità e in modo invisibile nelle calzature (senza cuciture), il che produce una scarpa leggera, ma al tempo stesso impermeabile e molto traspirante. Inoltre, permette un processo di asciugatura più veloce.

1. Migliorano l’equilibrio

Partiamo infatti dal presupposto che avere 4 punti d’appoggio (quattro zampe) anziché 2 rappresenta un indiscusso vantaggio, prima di tutto in termini di equilibrio. Sono state tantissime le volte in cui ho pensato che quel passaggio non sarei riuscita ad affrontarlo altrettanto facilmente senza i bastoncini da trekking. Ma soprattutto, sono state innumerevoli le volte che i bastoncini mi hanno risparmiato un banale quanto rovinoso scivolone!

Le situazioni possono essere le più disparate: un terreno scivoloso coperto di foglie, un guado da superare, un tratto che presenta ancora neve residua dell’inverno, una discesa un po’ più impegnativa e così via.

2. Aiutano la distribuzione del peso

Il secondo vantaggio evidente è la distribuzione del peso. In questo caso infatti il peso del corpo e dello zaino che, normalmente, viene scaricato su ginocchia e articolazioni, viene in parte assorbito dalle braccia. In questo modo si “scarica” il carico da schiena, spalle, collo e gambe.

Soprattutto se programmi un trekking con la tenda non puoi davvero pensare di uscirne indenne senza l’aiuto dei bastoncini da trekking.

3. Rafforzano la muscolatura

Agli amanti del fitness è già saltato all’occhio come la distribuzione del carico si rifletta inevitabilmente nel rafforzamento dei muscoli dell’upper body. Braccia (soprattutto i tricipiti), spalle e pettorali non sono più meri spettatori, ma vengono coinvolti direttamente nell’attività.

Gli squadroni che praticano nordic walking in argine questa cosa la sanno bene!

4. Aiutano la corretta respirazione

Obbligando a tenere le braccia aperte di fronte al corpo, i bastoncini da trekking impongono a chi li usa una postura decisamente più eretta che a sua volta permette un’apertura maggiore della cassa toracica. Di conseguenza migliora anche la respirazione.

5. Effetto bacchetta magica

Ultimo ma non ultimo, il bastoncino da trekking può essere utile anche in situazioni di emergenza. Stai pensando ad usarlo come stecca nel caso qualcuno si fratturi un arto? Giustissimo, ma io pensavo più al districarmi tra i mughi per arrivare al bivacco o a dover scacciare una mucca che ti importuna durante la Traversata Carnica? E che dire di usarli come treppiede per scattarti una foto con autoscatto?

Come regolare l’altezza dei bastoncini da trekking

Regolare l’altezza (o la lunghezza, come dir si voglia) dei bastoncini è semplicissimo: impugnando il bastoncino in posizione eretta l’angolo tra il braccio e l’avambraccio dev’essere di 90°.

Come regola generale, questa va benissimo, soprattutto se cammini in piano. Generalmente io tendo a modificarla durante il trekking: aumentando leggermente l’altezza quando sono in discesa e diminuendola in salita, fino a chiudere i bastoncini a ridosso di pareti verticali.

Tutto ciò, ovviamente, a patto che tu abbia acquistato un paio di bastoncini telescopici .

1. Camminare fa bene alla vista

Mentre quotidianamente siamo spesso impegnati davanti a un computer, o a leggere un libro, a cucinare, o a passare il tempo in uno spazio chiuso come la casa o l’ufficio, una camminata all’aria aperta, specie se in mezzo alla natura, farà bene ai tuoi occhi, esercitando la vista da lontano. Sembra una banalità, ma non è sempre così scontato.

2. Muovendoti a piedi riduci il rischio di diabete

Camminare aiuta a prevenire non solo i problemi articolatoricardiaci e polmonari, ma accelera il metabolismo e riduce il rischio di diabete: una camminata aiuta infatti a metabolizzare il glucosio e attiva tutto il corpo, facendolo funzionare in modo molto più veloce e fluido.

3. Camminare ti aiuta a peso e tonificare i muscoli

Potrai vedere i benefici di camminare per almeno 30 minuti al giorno coi tuoi stessi occhi. Svolto con costanza e abbinato ad un’alimentazione sana e adeguato riposo, noterai da te quanto una semplice passeggiata possa aiutare a bruciare i grassi assimilati, aiutandoti a perdere peso o a mantenere il tuo peso forma e funzionando anche come un un ottimo esercizio di tonificazione muscolare

4. Se cammini ti ammali di meno

Grazie al migliore funzionamento del sistema circolatorio, le tue difese immunitarie saranno più attive, aumenterà il rilascio di edorfina, stimolerà il sistema linfatico, diminuirà il livello di stress e ti sentirai più riposato: requisito essenziale per permettere al tuo sistema immunitario di lavorare più efficacemente.

5. Riduci il rischio di cancro al seno

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista della American Association for Cancer Research, le donne in menopausa che camminano regolarmente almeno 30 minuti al giorno riducono del 10% il rischio di cancro al seno rispetto a chi conduce una vita sedentaria.

6. Camminando alleni il cuore

Il cuore è un muscolo: più viene allenato e più diventa forte. Tenendo sotto controllo la frequenza cardiaca, potrete notare quanto la costanza della camminata possa rendere più efficiente il sistema circolatorio e facilitare l’ossigenazione del vostro corpo.

7. Camminare per ridurre la cellulite

Ogni passo è come un massaggio, che delocalizza il grasso sottocutaneo e combatte la cosiddetta pelle a buccia d’arancia. Quando stiamo seduti a lungo, con le gambe incrociate magari, la circolazione non è fluida e aumentiamo la cellulite. Prendi l’abitudine di fare una bella camminata dopo il lavoro e farai scomparire questo problema!

8. Cammina e vivi più a lungo

Con una semplicissima camminata di 25 minuti, fatta in modo regolare, puoi allungare la tua vita da 3 a 7 anni in piùsostengono gli scienziati. Infatti camminare dimezza il rischio di infarto dopo i 50 anni e riduce la possibilità di ammalarsi, permettendoti di condurre una vita più sana e longeva.

Camminare nella natura allontana lo stress e migliora la creatività

Camminare nella natura allontana lo stress e migliora la creatività, foto di Caleb Jones vi Unsplash

9. Walking meetings per essere più creativi

Ma i benefici di una camminata non sono solo fisici. Quando cammini liberi la mente, ti distrai, dai libero sfogo all’immaginazione. Ancora meglio se la tua passeggiata è in mezzo alla natura: respirerai aria buona e pulita, ti sentirai più rilassato e ispirato.  Diverse persone di successo, come Mark Zuckerberg e Jack Dorsey, hanno adottato la buona abitudine di camminare. In Silicon Valley (e non solo) si sono persino diffusi i “walking meetings“, ovvero delle riunioni di lavoro svolte camminando all’aria aperta.  Questo perché camminare favorisce la concentrazione e la creatività. Pronto per dare spazio a nuove idee?

10. Camminare ti mette di buon umore

Quando la tua mente è più leggera, ti senti più rilassato e di buon umore. Uno studio inglese dimostra infatti come camminare nel verde salvi dai pensieri negativi. Prenditi questo tempo per distrarti da tutti gli impegni della giornata e concentrati su te stesso.

risveglia il tuo corpo con una passeggiata

5 Consigli per Camminare più spesso, anche in Vacanza

Camminare ha dei benefici incredibili sulla nostra salute fisica e mentale. Ma come fare a camminare più spesso? Ecco 5 buone abitudini da adottare:

1) Risveglia il tuo fisico con una bella passeggiata

Dopo una giornata di lavoro, stando sempre seduti o davanti a una scrivania, ci sentiamo stanchi e intorpiditi. La troppa sedentarietà e il poco movimento possono portare a dolori alla schiena, ad un metabolismo lento e ad altri problemi articolari. Ma con la giusta quantità di movimento per poter tenere il tuo corpo in attività, riuscirai a contrastare questi problemi e a sentirti meglio.

2) La buona abitudine di camminare per andare a lavoro

Per cominciare, ogni occasione è buona per sfruttare i benefici di una bella passeggiata. Se abiti nelle vicinanze del tuo luogo di lavoro, lascia a casa la macchina, esci qualche minuto prima e vai a piedi. Non solo farà bene a te, ma anche all’ambiente, perchè nel tuo piccolo diminuirai l’inquinamento automobilistico e non avrai problemi di traffico. Se invece la macchina devi usarla per forza, cerca un parcheggio abbastanza lontano per permetterti di fare due passi in più.

3) Camminare in vacanza

Camminare vicino a SienaQuando sei in vacanza, invece di spostarti sempre in auto o autobus, cerca le destinazioni più vicine al tuo alloggio che si possano facilmente raggiungere a piedi. Godrai meglio dell’atmosfera del luogo, proverai il piacere di camminare tra le stradine e i luoghi non accessibili in macchina della destinazione che hai scelto, con il vantaggio di poterla conoscere meglio e più da vicino. Puoi scegliere destinazioni facilmente raggiungibili senza auto, come le Perle Alpine che offrono diverse possibilità di muoversi in libertà, e programmare bellissimi itinerari a piedi.

4) Passeggiare vicino a casa

A casa, dopo il pranzo o prima o appena dopo il lavoro, una passeggiata potrà anche essere il tuo momento di sfogo, per smaltire lo stress accumulato durante la giornata, stare un po’ all’aria aperta, digerire meglio il pasto, ascoltare la tua musica preferita per rilassarti e riflettere su ciò che occupa i tuoi pensieri. Se però non ti piace camminare in solitudine, puoi sempre chiamare qualcuno per fare un giretto in compagnia. Sarà anche più divertente e il tempo passerà in un attimo, rendendo la tua passeggiata un momento perfetto anche per stare con gli amici.

5) Camminare con il tuo amico a 4 zampe

“Porto il cane a fare una passeggiata!”. Non c’è scusa migliore per uscire a camminare. Soprattutto se si è anziani, un cagnolino non porterà solo compagnia alle vostre giornate, ma sarà un ottimo motivo per portarvi fuori a fare due passi, contrastando la sedentarietà. Non solo, uno studio ha affermato che oltre ad essere più attivi, i padroni escono molto di più a fare attività fisica se accompagnati dal proprio cane, non rinunciando alla passeggiata nemmeno col maltempo.