Nella classifica dell’Indice di sportività 2024 de Il Sole 24 Ore, Trento scivola
al secondo posto, mentre Genova conquista il terzo gradino del podio.
Nella top ten entrano anche Torino e Roma. Per il Sud Sardegna ancora maglia nera
_ di Manuela Barbieri
È BERGAMO LA PROVINCIA
PIÙ SPORTIVA D’ITALIA
Per la prima volta, la provincia di Bergamo si posiziona sul gradino più alto del podio nella classifica dell’Indice di sportività, indagine realizzata da Pts per Il Sole 24
Ore nell’ambito del progetto “Qualità della vita”. Giunta
alla sua 18esima edizione, l’inchiesta misura la qualità e
la diffusione dello sport a livello provinciale, prendendo in
esame dati relativi la pratica sportiva, i risultati ottenuti
dalle squadre e singoli atleti e atlete (suddivisi per discipline), gli investimenti in infrastrutture, l’offerta in tema di
turismo sportivo e alcuni aspetti sociali come quelli legati
allo sport femminile, allo sport paralimpico e ai bambini.
L’obiettivo è misurare l’impatto della sportività sul benessere della popolazione locale.
I RISULTATI
Al fotofinish Bergamo supera Trento, negli ultimi due
anni sempre al vertice della classifica, divenendo così la
seconda provincia lombarda (dopo Varese nel 2021) a primeggiare nel ranking.
Trento, pur scendendo al secondo posto, si conferma
la provincia leader nel macro-indicatore “sport & società”.
Sebbene ceda a Genova la corona per quel che riguarda la
struttura sportiva, negli sport individuali supera Bolzano.
Quanto ai singoli parametri, le resta il primato nell’attrattività di grandi eventi sportivi, affiancato da quelli nell’atletica (grazie anche alla medaglia d’argento olimpica di
Nadia Battocletti), e nello sport femminile.
In forte recupero Genova che balza al terzo posto
(era 13ª), conquistando ben 10 podi nelle singole classifiche e tre successi di tappa. Eccelle nei risultati olimpici
femminili grazie anche alla ginnasta plurimedagliata Alice
D’Amato, negli sport di squadra meno diffusi (in primis, la
pallanuoto) e per “storia e cultura” sportiva.
Ai piedi del podio si confermano Firenze (quarta, con
il primato nel nuoto e l’argento in calcio professionistico e
atletica) e Milano (quinta, leader per la presenza di media
dedicati allo sport e sul podio per il tasso di praticabilità
sportiva e il calcio “pro”).
Guadagnano posizioni Torino che passa dalla 15ª
alla sesta posizione con quattro presenze sul podio, mentre Varese avanza dalla 12ª alla settima. La provincia lombarda si conferma un’eccellenza nello sport paralimpico:
prima per strutture e tesserati, è superata solo da Verona
per i risultati alle Olimpiadi.
Nella fascia alta della classifica troviamo anche
Bologna (stabile all’ottavo posto, come nel 2023), mentre
entra per la prima volta nella top ten Roma, che si posiziona al nono posto (era 27ª). Chiude la lista delle prime 10
Brescia che sale dal 16° posto, vantando un sistema sportivo ben strutturato. Ai Giochi di Parigi ha conquistato ben
sette medaglie, contribuendo a rendere il paese di Roncadelle famoso a livello internazionale, grazie ai tre ori a cinque cerchi ottenuti da Anna Danesi nella pallavolo, Alice
Bellandi nel judo e Giovanni De Gennaro nel kayak.
IL DIVARIO TRA NORD E SUD
Tra il centro-nord e il sud persistono differenze significative. Cagliari, attualmente al 15° posto (era 11ª), si conferma leader nel Mezzogiorno, ma continua a far fatica a
raggiungere le posizioni medio-alte, nonostante i podi olimpici conquistati. Dieci in tutto, tra cui gli ori della cagliaritana Marta Maggetti nella vela e delle spadiste catanesi
Rossella Fiamingo e Alberta Santuccio, oltre ai nove paralimpici.
Non mancano nemmeno alcuni significativi recuperi: Napoli guadagna ben 16 posizioni, conquistando il
secondo posto tra le province meridionali (passando dalla
55ª alla 42ª), Catania sale dall’81° al 51° posto. Sempre
tutte meridionali le ultime dieci posizioni (tre le siciliane e
tre le calabresi), con il Sud Sardegna ancora maglia nera .
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Se lo conosci, non lo eviti. Il pickleball è uno sport divertente e destinato a diventare un must tra gli amanti della racchetta. Disciplina che fonde elementi di tennis, badminton e ping pong, ha una genesi recente e un’esplosione violenta. Nato nel 1965 negli Stati Uniti, è già uno degli sport più amati Oltreoceano e la sua popolarità sta sconfinando nel Vecchio Continente. Cosa rende il pickleball così affascinante e quali sono le regole che lo governano?
Pickleball: dove si gioca
La particolarità del pickleball è quella di giocarsi su un campo dalle dimensioni molto ridotte, diventando una sorta di ping pong umanizzato.
Superficie di gioco pickleball
Il campo di gioco è infatti quello del badminton, che misura 13,4 metri di lunghezza e 5,18 di larghezza. In questa area si può giocare in singolo (uno contro uno) o addirittura in coppia. La rete che divide le due metà campo deve essere alta almeno 86,36 centimetri al centro e 91,44 cm agli estremi. Ogni metà campo contiene:
· Due parti uguali, denominate area di servizio a destra e sinistra
· Un’area di 2,13 metri a ridosso della rete, denominata “kitchen” (cucina). Questa è una “non volley zone”, ovvero una zona del campo nella quale è vietato colpire la palla al volo
Si gioca con racchette con piatto solido e la palla è leggera, circa la metà rispetto a quelle da tennis o da padel: peso tra 21 e 29 grammi, diametro 7,3 e 7,62 centimetri. La palla da pickleball è forata e cava, ed è diversa a seconda se si giochi indoor o all’aperto.
Come si gioca a pickleball: come battere
Stabilito dove, è il momento di capire come si gioca a pickleball. Come nel padel o nel tennis, tutto inizia con una battuta. Il servizio deve essere eseguito:
· In diagonale, da dietro l’area di battuta (partendo da destra) e alternando ogni servizio
· Con entrambi i piedi dietro la linea di fondo
· Lasciando cadere la palla con una mano e colpendola con la racchetta da sotto
· Eseguendo il colpo non oltre l’altezza della cintura
In nessun caso la palla deve rimbalzare o essere lanciata in aria per battere. Affinché sia valida la battuta deve:
· Atterrare nell’area di gioco diagonalmente opposta a quella di battuta
· Non atterrare nella “kitchen” o sulla linea che la delimita
È consentito un solo tentativo di servizio, ad eccezione di quando la palla tocca la rete e atterra nell’area di servizio corretta. Soltanto in questo caso la battuta va ripetuta. In una partita a coppie, dopo il primo servizio sbagliato, sarà il partner ad avere la possibilità di riprovarci. Soltanto in caso di doppio errore, la possibilità di battere passerà alla coppia avversaria.
Come si risponde
Ogni volta che si sbaglia la battuta, l’avversario ottiene il punto e il diritto a servire. In caso di servizio valido, ovvero quando la palla entra nella giusta area di gioco, bisogna rispondere. Chi risponde deve:
· Far rimbalzare la palla non più di una volta
· Colpire la palla una sola volta
· Rimandare la palla oltre la rete
· Colpire la palla due volte
· Far rimbalzare la palla due volte prima di colpirla
· Che entrambi i giocatori della stessa squadra colpiscano la palla per rimandarla nella metà di campo opposta
· Colpire la rete nella risposta
· Mandare la palla oltre i confini del campo
Dopo il servizio, inoltre, esiste la regola del “doppio rimbalzo”. Ogni squadra deve far rimbalzare la palla una volta prima di poterla colpire. Dopo il primo rimbalzo, si può colpire la palla al volo ovunque tranne che nella “non volley zone”. In questa zona la palla si può colpire soltanto dopo il rimbalzo, altrimenti si commette fallo. In caso di fallo, la squadra avversaria ottiene il cambio gioco oppure un punto.
Pickleball: punteggio, come si vince
Quando si fa punto a pickleball? Stabilito come si batte e come si risponde, non resta che capire come vincere una partita di pickeball. Si fa punto quando:
· La palla rimbalza due volte nel campo avversario senza venire respinta
· La risposta finisce sulla rete o oltre i confini del campo
· L’avversario colpisce la palla al volo nella “non volley zone”
Nel pickleball si fa punto soltanto se si è in possesso del servizio. Se si commette un errore quando si è titolari del servizio, l’avversario ottiene il diritto a battere ma non fa punto. Le regole sono assimilabili a quelle della pallavolo prima dell’introduzione del rally point system, ovvero con il cambio di gioco. Vince la partita di pickleball chi raggiunge prima quota 11 punti, mentre in caso di parità a 10 bisogna distanziare l’avversario di almeno due punti.
Tra il tennis e il padel esiste uno sport chiamato pickleball.
Eletto sport di racchetta del momento, spopola negli Stati Uniti dove è diventato una vera e propria mania perché divertente, poco impegnativo e alla portata di tutti.
Le partite hanno un ritmo veloce e combinano elementi di tennis, padel, badminton e ping pong.
In Italia è atterrato nel 2018 con la fondazione dell’Associazione Italiana Pickleball (AIP) con sede a Tocco da Casauria, in provincia di Pescara.
È considerato uno degli sport esistenti più inclusivi in quanto chiunque può iniziare a praticarlo (indipendentemente dall’età o dalle condizioni fisiche) grazie alla semplicità delle regole e al poco impegno dal punto di vista fisico rispetto ad altri sport.
Si gioca con pallina e due racchette all’interno del campo da Badminton, in coppia o da soli, al chiuso e all’aperto.
DIFFERENZE CON GLI ALTRI SPORT DA RACCHETTA
Sono 3 gli elementi che differenziano il pickleball dagli altri sport da racchetta: il campo, la racchetta e la palla.
Il campo è evidentemente più piccolo rispetto a quello da tennis o da padel.
È diviso da una rete alta poco più di 80cm e misura 13,40 metri di lunghezza e 5,60 metri di larghezza per il torneo singolo, mentre per le partite in doppio è di 6,10 metri.
Anche la racchetta presenta una differenza notevole: sono più piccole e piatte, di forma rettangolare, con l’impugnatura corta. Può essere considerata un mix tra quella da tennis e quella da padel.
La vera novità è la palla. In plastica, forata (per far passare l’aria) e cava, è diversa a seconda che si giochi indoor o all’aperto (variano i numeri di fori presenti da 26 a 40). La dimensione è uguale a quella delle classiche palle da tennis e padel ma il peso è decisamente inferiore (tra i 21 e i 29 grammi)
COME SI GIOCA?
Il regolamento è molto simile a quello del tennis con delle naturali differenze.
Si inizia servendo la palla dal basso, senza che rimbalzi sul campo.
I punti vengono segnati da colpi vincenti o se la squadra commette un fallo.
Si arriva ad un punteggio di undici con uno scarto di due.
In caso di parità a dieci, la partita continuerà fino a quando una squadra non vincerà con uno scarto di due punti.
In campo è presente un’area detta “non-volley zone” posizionata a ridosso della rete dove i giocatori non possono colpire al volo nè camminare sulla linea o trovarsi all’interno della zona; diversamente si commette fallo e la squadra avversaria ottiene il cambio gioco oppure un punto.
Ogni volta che viene sbagliata la battuta, l’avversario ottiene un punto e il diritto a servire.
In caso di servizio valido (quando la palla entra nella giusta area di gioco) l’avversario deve rispondere, facendo rimbalzare la palla non più di una volta, rimandandola oltre la rete.
Dopo il servizio esiste la regola del “doppio rimbalzo”, ogni squadra deve far rimbalzare la palla una volta prima di poterla colpire. Dopo il primo rimbalzo, si può colpire la palla al volo ovunque tranne che nella “non volley zone”.
Non è consentito colpire la palla due volte e farla rimbalzare due volte prima di colpirla.
I giocatori della stessa squadra non possono colpire entrambi la palla per rimandarla nella metà campo avversaria.
Non è inoltre consentito colpire la rete nella risposta e mandare la palla oltre i confini del campo.
OBIETTIVI
È innegabile che il pickleball stia prendendo sempre più piede, soprattutto tra i non atleti.
Per la sua rapida diffusione e il grande coinvolgimento del pubblico l’obiettivo è di entrare a far parte delle discipline sportive olimpiche.
Per farlo è necessario essere riconosciuti dal Comitato Olimpico Internazionale (COI) che richiede due caratteristiche principali: essere rappresentato da una federazione internazionale, e aderireal codice antidoping.
Attualmente il pickleball è rappresentato dalla International Federation of Pickleball (fondata nel 2005 e che raccoglie 45 stati) che organizza la Bainbridge Cup, attualmente il più importante torneo di pickleball al mondo.
Mercoledì 20 settembre la Camera dei Deputati ha approvato all’unanimità e in via definitiva il disegno di legge costituzionale per l’inserimento dello sport nella Costituzione italiana. L’articolo 33 sarà modificato introducendo il seguente nuovo comma.
“La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme”.
“Lo sport in Costituzione rappresenta la prima tappa di un percorso che concentra, in poche parole, un significato profondo e un valore inestimabile, che possiamo sintetizzare nell’auspicio dello ‘sport per tutti e di tutti’, parte delle indispensabili ‘difese immunitarie sociali’ e importante contributo per migliorare la qualità della vita delle persone e delle comunità”, ha dichiarato in aula il ministro dello Sport, Andrea Abodi.
Partendo da questo riconoscimento, secondo Abodi, ora da un lato “sarà necessario promuovere questa riforma e dall’altro dovremo saperla interpretare e attuare, oltre che nobilitare. Non basta una norma in Costituzione anche se è un passo molto importante, ma sarà fondamentale farla vivere nelle scelte di carattere politico e di governo, nazionale e sul territorio”. La genericità della frase, infatti, rende questo traguardo soprattutto simbolico, e non sono chiare al momento le possibili applicazioni di questo riconoscimento.
Secondo il costituzionalista Alfonso Celotto, professore di Diritto costituzionale all’Università Roma Tre interpellato da Pagella Politica, l’approvazione del disegno di legge potrebbe cambiare il ruolo che le istituzione pubbliche avranno nei confronti della promozione dello sport. “Lo Stato non dovrà solamente regolare l’attività sportiva, ma dovrà promuoverla attivamente valorizzando l’attività sportiva nelle scuole, assumendo per esempio nuovi insegnanti ed educatori in questo ambito”.
L’Italia è il decimo Paese dell’Unione Europea a garantire una forma di promozione dell’attività sportiva all’interno della Costituzione: gli altri sono Bulgaria, Croazia, Grecia, Lituania, Polonia, Portogallo, Romania, Spagna e Ungheria.
Finora lo sport era citato in Costituzione solo all’articolo 117, in cui si dispone che l’ordinamento sportivo è una materia di competenza concorrente tra Stato e Regioni.
LA NOSTRA STORIA
È la storia, tanto incredibile quanto unica, di una marca che non è minimamente come le altre… Siamo nel 1882 a Romilly-sur-Seine, nell’Aube…
Nel suo laboratorio di tessuti, l’appassionato di sport Émile Camuset decide di confezionare delle maglie in jersey per i suoi amici ciclisti, calciatori e giocatori di rugby. Senza saperlo pone le basi di una marca che diventerà mitica nel corso delle epopee sportive da lei accompagnate. 130 anni dopo, Le Coq Sportif è conosciuta e riconosciuta per il suo savoir-faire nell’abbigliamento, nelle calzature e negli accessori per lo sport. I nostri 130 anni di esperienza nel mondo dello sport ci conferiscono una competenza inimitabile, una vera e propria legittimazione. Il mondo dello sport ha sempre ispirato la creazione dei nostri prodotti. Ci siamo sempre impegnati a creare prodotti per gli sportivi di alto livello. E ancora oggi è questo lo spirito al centro della nostra filosofia di produzione. I nostri prodotti sono come la nostra marca, semplici e sempre alla moda, e sono diventati il simbolo della nostra tradizione. Diamo ai nostri consumatori ciò di cui hanno bisogno e niente di più.
LOGO 2016
Le Coq Sportif ritrova il sol levante che lo accompagnava sulle sue prime rappresentazioni. Il blu-bianco-rosso è un rimando al suo soprannome storico di “marca degli atleti tricolori”. Le Coq Sportif ottiene anche un motto: “Un nouveau jour se lève”. I nuovi codici della marca esprimono così uno spirito decisamente positivo: ogni giorno è possibile ottenere una vittoria!
Che si tratti di un grande evento o di una competizione locale, la crisi climatica sta imponendo agli organizzatori di manifestazioni sportive l’onere di diventare sempre più sostenibili. Sono tanti gli esempi degli ultimi anni che segnano un’evoluzione in questo campo: un processo che ha già portato tanti ricercatori e addetti ai lavori a definire Parigi 2024 come la prima Eco-Olimpiade.
L’esempio giapponese
Sono state ben 58 le partite cancellate tra il 2018 e il 2022 nella J. League, il massimo campionato di calcio giapponese. Quattro volte di più rispetto ai quattro anni precedenti. I motivi non sono stati tumulti o attentati terroristici, ma tifoni, alluvioni e tempeste, cioè influenze dirette della crisi climatica che sta colpendo duramente il Paese asiatico.
Questo ha aperto gli occhi agli organizzatori: la J. League ha recentemente aumentato significativamente il numero di progetti legati all’ambiente, da 133 nel 2016 a 873 nel 2022. Le misure includono iniziative per riciclare, ridurre i rifiuti o risparmiare emissioni di CO₂. In alcuni casi, includono soluzioni abbastanza creative. Ad esempio, i tifosi dell’FC Osaka hanno potuto scambiare contenitori di olio da cucina usato con biglietti gratuiti per una partita. Lo sponsor del club Ueda Yushi ha quindi utilizzato l’olio per realizzare prodotti a base di sapone. “In questo modo possiamo coinvolgere le persone e lo sport diventa un modello per la società”, ha detto al Japan Times Seita Kotani, responsabile del marketing dell’FC Osaka.
La maratona di Boston: meno rifiuti e più riciclaggio
Come per le maratone, tutto nella protezione del clima inizia con il primo passo. Gli organizzatori di uno degli eventi podistici più antichi del mondo, la maratona di Boston, seguono questo motto: sul percorso sono disponibili bicchieri compostabili e le stazioni dell’acqua rendono superflue le bottiglie di plastica.
Ciò ha ridotto la quantità di rifiuti residui di quasi 40 tonnellate dal 2018. Nel frattempo, l’80% dei rifiuti generati viene riciclato o compostato. Ultimo ma non meno importante, i partecipanti e il pubblico sono incoraggiati a utilizzare i mezzi pubblici o il car pooling.
Parigi 2024: sarà la prima Eco-Olimpiade?
Quando le persone pensano a un cambiamento nei trasporti, spesso pensano a Parigi. I Giochi Olimpici del 2024 sono una motivazione importante per la trasformazione della città francese: sono in costruzione infatti numerose nuove piste ciclabili e parcheggi, non solo negli impianti sportivi. Gli spettatori potranno utilizzare gratuitamente i mezzi pubblici e gli atleti saranno trasportati in una flotta di veicoli ecologici. La sostenibilità è stata un aspetto chiave nella decisione di assegnare i Giochi a Parigi. Il più grande vantaggio risiede però nel fatto che il 95% delle competizioni si svolgerà in sedi esistenti o temporanee e la costruzione di poche nuove infrastrutture è sinonimo di meno inquinamento da CO₂.
Parigi ha sicuramente guardato con attenzione l’evento multisport dei Campionati Europei del 2022, che ha attirato 1,47 milioni di visitatori a Monaco. “La maggior parte delle competizioni sportive si è svolta in impianti sportivi esistenti. Solo dove era inevitabile sono state costruite strutture temporanee”, ha affermato Marion Schöne, amministratore delegato dell’Olympiapark München.
Inoltre, sono stati riutilizzati 5.000 chilogrammi di striscioni e materiali per bandiere e sono state risparmiate più di 500.000 bottiglie in PET installando erogatori d’acqua. Questo impegno è stato recentemente riconosciuto con un premio alla SPOBIS Conference 2023. “Siamo certi che ospitando i Campionati Europei di Monaco 2022 abbiamo dato un contributo a un futuro più sostenibile per i grandi eventi sportivi“, ha aggiunto Schöne.
Ristorazione e merchandising, traffico e rumore, natura, acqua, rifiuti, gestione della sostenibilità, protezione del clima, dialogo e partecipazione: la Confederazione tedesca degli sport olimpici (DOSB) si concentra su questi aspetti quando si tratta di sostenibilità dell’evento. “Questi argomenti coprono tutto ciò che possiamo affrontare nel contesto dello sviluppo sostenibile delle manifestazioni sportive”, ha affermato il prof Dr. Peter Kuhn del Bayreuth Center for Sport Science.
Il portale informativo DOSB per aiutare gli organizzatori di eventi
Una panoramica delle migliori pratiche e delle possibili misure nella gestione della sostenibilità è fornita dal portale DOSB “Green Champions 2.0”. Sulla piattaforma del DOSB dell’Università tedesca dello sport di Colonia e dell’Öko-Institut, gli organizzatori di grandi o piccoli eventi possono inserire varie caratteristiche come periodo di tempo, spazio di attività, posizione, dimensione o livello, ed è già disponibile un elenco di misure concrete disponibile. Per quanto riguarda la ristorazione e il merchandising, il DOSB raccomanda, ad esempio, di “controllare l’uso di cibi e bevande di produzione biologica o di eliminare o ridurre al minimo volantini, omaggi e articoli simili”.
Il portale sarà ulteriormente sviluppato entro la fine del 2024, ha dichiarato Bianca Quardokus, responsabile per gli impianti sportivi, l’ambiente e la sostenibilità del DOSB: “Il sito web ha lo scopo di aiutare ad ancorare il tema della sostenibilità anche nelle competizioni più piccole o nei festival di club. Le informazioni e le raccomandazioni per l’azione hanno lo scopo di aiutare il tema della sostenibilità a raggiungere la più ampia comunità sportiva”.
Cosa si deve fare quando si prende un’insolazione?
recarsi subito in un luogo fresco ed arieggiato. assumere posizione antishock (sdraiati supini, con le gambe leggermente sollevate per favorire il ritorno venoso al cuore) idratarsi abbondantemente con acqua naturale
QUANDO FU FATTO IL PRIMO REGOLAMENTO?
Il primo regolamento della storia del padel è del 17 dicembre 1985. La sua redazione è
stata realizzata da Viviana Dellavedova di Corcuera, moglie dell’inventore della disciplina Don Enrique, imprenditore che voleva regalarsi un campo da tennis, ma a disposizione aveva solo uno spicchio di giardino tra quattro pareti che servivano a evitare
che la vegetazione invadesse il campo. Corcuera sancì che alle regole del tennis fosse
aggiunta la possibilità di colpire la pallina dopo un rimbalzo sulle pareti laterali e coniò per questa attività il termine “padel”.
QUAL È STATA LA PRIMA
RACCHETTA DA PADEL?
REGOLE UGUALI
PER TUTTI
In Argentina, a differenza della Spagna,
fino ai primi Anni ’90 non era permesso
giocare a serve & volley (quando battevi non potevi successivamente prendere la palla al volo), il che aveva reso la
risposta ancora più importante del servizio. I campi argentini avevano semplici superfici in cemento e non di erba
sintetica come quelli di oggi. Le recinzioni erano alte 1,30 o 1,40 metri (contro
i tre metri di adesso), il che rendeva
più facile per la palla lasciare il campo
dopo uno smash. Nel 1997, a Barcellona, Spagna e Argentina trovarono un
accordo, le regole furono unificate e il
gioco fu ufficialmente chiamato padel
(in Argentina fino ad allora si chiamava
paddle).
È difficile stabilire un ordine cronologico per la produzione di pale
e quali fossero le prime usate per
questo sport. Ciò deriva dal fatto
che inizialmente la disciplina veniva
giocata con racchette provenienti
dagli Stati Uniti con le quali veniva
praticata un’attività simile (ma che
non era padel bensì paddle-tennis).
Uno dei primi marchi di pale utilizzato per giocare negli Anni ’70 è stato,
secondo molti giocatori argentini
che affermano di essere pionieri nel
loro paese, Marcraft.
Le racchette originariamente erano
in legno con fori e una superficie di
gioco abbastanza piccola. Successivamente, negli anni, la superficie
d’urto è stata ampliata e i materiali
utilizzati nella fabbricazione delle
pale sono cambiati .
REGOLE UGUALI
PER TUTTI
In Argentina, a differenza della Spagna,
fino ai primi Anni ’90 non era permesso
giocare a serve & volley (quando battevi non potevi successivamente prendere la palla al volo), il che aveva reso la
risposta ancora più importante del servizio. I campi argentini avevano semplici superfici in cemento e non di erba
sintetica come quelli di oggi. Le recinzioni erano alte 1,30 o 1,40 metri (contro
i tre metri di adesso), il che rendeva
più facile per la palla lasciare il campo
dopo uno smash. Nel 1997, a Barcellona, Spagna e Argentina trovarono un
accordo, le regole furono unificate e il
gioco fu ufficialmente chiamato padel
(in Argentina fino ad allora si chiamava
paddle)