Si è tenuto il 18 ottobre il webinar “Costi e ritardi delle materie prime: quali sono le prospettive della sportindustry?” organizzato dal gruppo che rappresenta l’eccellenza della filiera italiana del tessile sportivo: Assosportex di Assosport.
A intervenire sono stati relatori coinvolti quotidianamente nelle dinamiche dei trasporti e dell’approvvigionamento, in grado di fornire una panoramica completa sull’argomento.
Ciro Rapacciuolo (CSC Confindustria) ha aperto con una visione ottimista sul mercato italiano: grazie alle vaccinazioni e alla riduzione delle misure di contenimento, la ripartenza è stata forte, gli scambi sono in forte aumento e il PIL è cresciuto. Con la crescita del mercato sportivo, è aumentata anche la domanda di materie prime che hanno subito forti rincari. Il relatore ha mostrato questa realtà analizzandone la correlazione con il prezzo del petrolio, con la speculazione finanziaria e con l’effettiva scarsità di materia per taluni mercati (come il rame). Ha poi posto all’attenzione di tutti una domanda: i prezzi sono aumentati perchè l’offerta non riusciva in alcun modo a soddisfare la domanda (+30% rispetto al periodo pre-Covid) o stiamo parlando anche di speculazione finanziaria? Non si può generalizzare ma sicuramente esistono due gruppi di materie prime, quelle che aumentano solo per speculazione come il petrolio e quelle che scarseggiano davvero e che preoccupano di più. Stiamo parlando per esempio dei metalli che vengono ampiamente impiegati nella sportindustry. Da qui sono state presentate le previsioni di temporaneità o permanenza dei rialzi che si prevede non cessare almeno per tutto il 2022.
Cecilia Gilodi (CSC Confindustria Moda) ha invece presentato la fotografia delle materie prime tessili. Secondo un’indagine di Confindustria sulle aziende italiane (aprile/maggio 2021), solo il 22% (20% per il totale TMA) del campione, la pandemia non ha influito sui costi delle materie prime utilizzate. Per una larga maggioranza, invece, ovvero per il 72% (76% per il TMA nel suo complesso) delle aziende, le materie prime stanno sperimentando degli aumenti, di portata lieve (34%) e forte (38%). Da ultimo, il restante 6% (4% per il complesso del TMA ) indica un calo. Per gli intervistati le materie prime che hanno subito un maggior rincaro sono, in ambito abbigliamento, cotone/Lino, fibre man-made e prodotti chimici. Sulla scia della precedente Indagine, con riferimento al secondo trimestre 2021, il 64% del campione segnala che i costi delle materie prime utilizzate sono «ulteriormente aumentati rispetto ai mesi precedenti». Il 29% indica che i prezzi «sono rimasti sui livelli molto elevati dei mesi precedenti». Solo per l’1% sono, invece, diminuiti. A crescere sono il cotone (fino a +120%), la lana e le fibre sintetiche (poliestere +49%, nylon +27%, acrilico +71%) e quelle artificiali (viscosa +17%) rispetto a settembre 2020. In settembre 2021 anche le fibre artificiali (viscosa) registrano una crescita tendenziale del +17,3% in euro. A confronto con il dato di gennaio 2021, invece, la variazione è pari al +3,0%.
Passando al tema trasporti, Silvia Moretto (DB Group SpA – Fedespedi, Confetra) ha analizzato quelle che sono le sfide del sistema Paese nello scenario mondiale, che vede il trasporto merci via mare realizzato per la quasi totalità da multinazionali straniere. Alla ripartenza dell’economia e delle produzioni, questa concentrazione dei carrier marittimi ha portato all’impennata del prezzo dei noli su tutte le rotte (fino a +600%) con una riduzione del 12.5% della capacità mondiale dovuta ai ritardi e alle congestioni. In questo contesto, l’affidabilità dei carrier è scesa al 33,6%, nuovo minimo storico, mentre l’EBIT Margin dei principali vettori marittimi continua a raggiungere livelli record. Tra le possibili soluzioni alla problematica trasporti, la relatrice propone di puntare sull’evoluzione logistica con digitalizzazione e nuove infrastrutture lungo tutte le tratte di percorrenza delle merci. Consiglia di pianificare in anticipo e stabilire un buon ritmo di approvvigionamento, bisogna saper programmare il fabbisogno anche supportati dallo spedizioniere che potrebbe proporre modalità logistiche migliori e magari alternative al mare.
Hanno chiuso il webinar Davide Bianchi (Eurolast) ed il presidente del Gruppo Assosportex Andrea Brambilla (Mab) che hanno confermato la grande preoccupazione delle imprese, specie per i costi e ritardi dei trasporti, che ci si attende possa rappresentare il problema cruciale per il 2022.
“I prezzi non possono aumentare all’infinito” ha dichiarato Brambilla. “I consumatori sostituiscono i propri prodotti per la pratica sportiva dopo 3-4 anni, molto prima della loro usura. Ma se l’aumento inciderà troppo sul prezzo finale rischia di diventare insostenibile anche in relazione a quelli che sono i salari medi del nostro paese. Il costo della vita è già aumentato del 15%, il reddito è invece stabile”.
La soluzione può essere quella di fare delle scorte? “È talmente scarsa la disponibilità che non riesco a pensare a questa soluzione. Preferisco suggerire la programmazione del piano di trasporti oggi tutt’altro che scontati, a differenza di qualche anno fa. Bisogna agire in anticipo soprattutto per le aziende che si approvvigionano da certi mercati” così conclude il presidente del Gruppo Assosportex.